Gian Luigi Protche, nato Jean Louis Protche il 19 marzo 1818 a Metz, Francia, figlio del colonnello Jean Protche e Anne Marie François, è una figura emblematica nella storia dell’ingegneria ferroviaria italiana. Dopo aver completato i suoi studi all’École Polytechnique di Parigi, Protche intraprese una brillante carriera accademica all’École des Ponts et Chaussées. La sua perizia tecnica lo portò presto in Francia, dove lavorò come ingegnere del corpo di Ponts et Chaussées nell’area di Metz. Tuttavia, fu il richiamo dell’Italia e il progetto ambizioso della Strada Ferrata Centrale a segnare il vero inizio della sua leggendaria carriera.

Nel 1856, Protche si trasferì a Bologna, dove la sua visione e la sua innovazione furono subito evidenti. La costruzione della linea ferroviaria Porretta-Pistoia, completata nel 1864, è forse il suo lavoro più noto. Grazie all’adozione di tecniche costruttive all’avanguardia, Protche realizzò un percorso di eccezionale complessità tecnica, caratterizzato da 47 gallerie e 35 ponti. Il suo lavoro non solo guadagnò riconoscimenti internazionali ma gli valse anche l’onore della cittadinanza bolognese e l’intitolazione della piazza della Stazione di Porretta.

La sua competenza e dedizione rimasero invariate anche durante gli eventi turbolenti del 1859, quando, nonostante il ritiro di molti colleghi francesi a causa della guerra, Protche continuò a dirigere i lavori sulla linea Bologna-Piacenza con abilità e determinazione. Questa linea, una volta completata, giocò un ruolo cruciale nelle vicende politiche dell’Emilia.

Protche fu inoltre coinvolto in progetti di grande rilievo, come la linea Bologna-Ferrara completata nel 1862, e venne onorato con il titolo di Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro. La sua influenza si estese anche al campo dell’educazione e della cultura, avendo diretto l’Accademia di Belle Arti di Bologna e presieduto numerosi comitati per esposizioni nazionali e internazionali. Anche dopo la sua morte, il suo progetto per una linea ferroviaria diretta tra Bologna e Firenze, la cosiddetta “Direttissima”, fu realizzato, consolidando ulteriormente il suo lascito.

Protche morì a Bologna il 31 marzo 1886, lasciando un’impronta indelebile nel paesaggio italiano. La sua eredità vive non solo nelle infrastrutture che ha contribuito a creare ma anche nel ricordo della comunità, come dimostrato dalla donazione della sua biblioteca e archivio alla Biblioteca dell’Archiginnasio e dalla dedica di una strada a suo nome. Riposa nel Chiostro Maggiore della Certosa di Bologna, sotto un monumento in stile neorinascimentale, testimonianza della profonda stima e riconoscimento per il suo straordinario contributo all’ingegneria e alla cultura italiane.

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